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Java applet

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Esempio di applet utilizzata per giochi complessi come gli scacchi[1]
Simulazione animata di un fenomeno biofisico all'interno di una cellula miocardica: il movimento casuale di ioni nel campo elettrico generato dalla tensione di due placche[2]

In informatica, le applet Java sono programmi scritti in linguaggio Java che possono essere eseguiti da un web browser (elaborazione lato client). Le applet appaiono visivamente collocate all'interno di pagine Web, e sono solitamente usate per creare pagine dotate di funzioni interattive con l'utente non realizzabili con altre tecnologie per il Web statico, appartenendo dunque al paradigma del Web dinamico.

Le Java applets sono eseguibili dai web browser che utilizzano la Java virtual machine (JVM). In alternativa possono essere eseguite utilizzando il Sun AppletViewer, un programma nato per testare le applet.

Le Java applets furono annunciate per la prima volta da Sun Microsystems, nel 1995.

Utilizzo

Incapsulate all'interno di pagine web, le Applet sono utilizzate per fornire contenuti interattivi che il linguaggio HTML non è in grado di offrire. Per eseguirne il contenuto, la maggioranza dei Web Browser utilizza una sandbox, in modo da impedire alle applet di accedere alle informazioni salvate in locale sul computer. Il codice sorgente delle Applet viene scaricato dal web server attraverso il web browser ricevendo anche la pagina html che lo contiene. In alternativa, l'Applet può provvedere ad aprire una finestra personale senza doversi appoggiare a codice html per mostrare l'interfaccia grafica.

Le Applet mostrate nelle pagine web sono identificati dal tag html <applet>...</applet> (non ufficiale), al quale è preferibile <object></object>. Il tag html utilizzato specifica la posizione del sorgente dell'Applet da scaricare.

Dato che il bytecode Java è indipendente dalla piattaforma, gli Applet Java possono essere eseguiti senza problemi dai browser delle principali piattaforme.

Creazione e ciclo di vita di una applet

Le applet sono applicazioni incapsulate in una pagina web ed eseguite sul client dell'utente che accede al sito. Ciò significa che il browser scaricherà sul computer il codice dell'applet e si occuperà, mediante la Java Virtual Machine di interpretarlo e tradurlo in un'applicazione.

In tempi in cui la potenza dei server rappresentava un costo ragguardevole e le potenzialità di internet apparivano notevoli ma ancora inespresse, le applet diventarono la soluzione ottimale per migliorare aspetto, interattività e popolarità dei siti web. Una applet di fatto è una applicazione priva di main, ma dotata di un proprio ciclo di vita costituito da un caricamento iniziale, un'esecuzione (con eventuali sospensioni e riprese dell' esecuzione) e una distruzione finale.

Al momento del caricamento iniziale viene invocato il metodo init(), che serve a inizializzare dati, immagini e oggetti. Subito dopo viene invocato il metodo start() che fa partire la applet e se durante l'esecuzione il browser viene ridotto ad icona, si invoca il metodo stop(), cui segue nuovamente il metodo start() quando la applet torna in primo piano. Quando si esce dal browser invece viene invocato destroy() che consente di effettuare eventuali azioni contestuali alla chiusura della applet.

Una volta completata la applet, sarà necessario includerla in una pagina web utilizzando i tag HTML per specificare la classe che implementa l'applet, le dimensioni della pagina e altri parametri opzionali.

Una volta copiato il jar contenente l'applet nella stessa directory dove è salvata la pagina HTML, il codice per visualizzare l'applicazione è il seguente:

 <APPLET ARCHIVE = "myApplet.jar" CODE = "myApplet.class" WIDTH = 400px
 HEIGHT = 300px> </APPLET>

Chiaramente è possibile che una applet sia costituita da una classe senza utilizzo di un archivio jar e in questo caso si scriverà semplicemente:

 <APPLET CODE = "myApplet.class" WIDTH = 400px HEIGHT = 200px> </APPLET>

È importante notare infine che è possibile passare dalla pagina HTML dei parametri all'applet, per effettuare tale operazione è sufficiente specificare i parametri e i relativi valori all'interno della definizione di applet.

Firmare una applet

Per consentire una maggiore flessibilità e potenza alle applet e, allo stesso tempo, garantire il rispetto della sicurezza è stata definita la possibilità di firmare una applet.

La firma di una applet non è altro che l'attestazione di proprietà e di origine del software. Così chi si ritrova a caricare tale applicazione ha la possibilità di decidere se ritenere o meno affidabile l'origine dell'applet e, solo in caso affermativo, di rimuovere le limitazioni ad essa imposte.

Note

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni

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