Titoli aristocratici e di corte somali

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Mohamoud Ali Shire, XXVI Suldaan (Sultano) del Sultanato degli Uarsangheli.

Questo è un elenco di titoli aristocratici e di corte somali, utilizzati storicamente in Somalia dai vari sultanati, regni ed imperi della zona. Si includono anche titoli onorifici riservati ai notabili islamici ed ai capi tradizionali ed agli ufficiali oltre a particelle nobiliari per distinguere i singoli.

Monarchi ed aristocratici[modifica | modifica wikitesto]

Quella che segue è una lista di titoli nobiliari utilizzata dai monarchi e dagli aristocratici somali.

Titoli maschili[modifica | modifica wikitesto]

Re o governanti[modifica | modifica wikitesto]

  • Boqor: letteralmente re.[1] In pratica il titolo corrisponde però alla definizione latina di primus inter pares o "re dei re".[2] Il titolo etimologicamente è derivato dal termine afro-asiatico per definire una "cintura", elemento di riconoscimento dei governanti all'interno della società.[3] Secondo Kobishchanow (1987), Boqor è sempre derivato da Paqar, termine impiegato dai governanti nella Valle del Nilo presso lo stato di Meroe.[4] Varie designazioni onorifiche in lingua somala riportano Boqor come ad esempio la parola Boqortooyo col significato di "monarchia", "regno" o "impero"; Boqornimo, col significato di "regnanti", "nobiltà", "dignitari";[5] e Boqortinnimo, che è traducibile col termine "regalità".[6] Storicamente, il termine venne utilizzato per i governanti della regione settentrionale del Puntland.[3] Il più importante tra i Boqor recenti è stato Osman Mahamuud, che governò il Sultanato dei Migiurtini (Migiurtinia) durante il XIX secolo.
  • Suldaan: parola araba per sultano. Titolo molto comune per i governanti durante l'epoca pre-coloniale e coloniale, utilizzato in diversi territori somali.[3] Tra i sultani più famosi si ricordano Fakr ad-Din, il primo sultano del Sultanato di Mogadiscio, che nel XIII costruì la nota Moschea di Fakr ad-Din; Mohamoud Ali Shire, il XXVI sultano del Sultanato degli Uarsangheli; Mahmud IV, che regnò all'inizio del XIX secolo come uno dei primi sultani del Sultanato di Migiurtinia; Yusuf Ali Kenadid, fondatore del Sultanato di Obbia; e Ibrahim Adeer, fondatore del Sultanato di Geledi. Il titolo venne impiegato anche per i capi dell'influente Sultanato degli Agiuran, della casata dei Garen.
  • Ughaz: termine nativo somalo per "sultano". Utilizzato nei territori a nord e ad ovest della Somalia, esso venne utilizzato in particolare al confine con l'Etiopia e nell'area nord-ovest della penisola somala, ma anche nella Somalia centrale e meridionale.[3][7] I Gadabuursi in particolare sono l'unico clan ad averlo utilizzato in maniera continuativa nella variante linguistica "Ugaas".[8]
  • Gerad/Garad: usato in maniera intercambiabile con "suldaan" per denotare un sultano locale. Etimologicamente significa "saggio", "mente" o "comprendere". Secondo Basset (1952), il titolo corrisponderebbe all'onorifico Al-Jaraad, usato durante il medioevo per i governanti musulmani delle parti islamiche dell'Etiopia. Gerad venne storicamente impiegato nella Somalia settentrionale, in particolare dai Darod.[3] Tra i Gerads notabili citiamo Gerad Dhidhin, fondatore del sultanato degli Uarsangheli,[9] e Gerad Lado, che fece costruire il muro difensivo attorno all'antico porto cittadino di Zeila.[10]
  • Imam: denota un capo di stato.[11] Esso venne utilizzato come termine in particolare per i governanti del Sultanato di Adal e per quello degli Agiuran. Tra gli imam più importanti si ricordano Ahmad ibn Ibrahim al-Ghazi, noto anche come Ahmed Gurey o Gran (col significato di "il Mancino"), che guidò nel medioevo una campagna militare nota come conquista dell'Abissinia (Futuh al-Habash).
  • Emiro: usato dai capi del Sultanato di Adal. Impiegato anche dai comandanti militari del sultanato degli Agiuran. Tra i noti emiri locali citiamo Nur ibn Mujahid, Emiro dell'Harar che fece costruire il grande muro difensivo (Jugol) attorno alla città.

Famiglia reale[modifica | modifica wikitesto]

L'Amiir (principe) Ali Yusuf Kenadid del Sultanato di Obbia.
  • Amir: Principe. Titolo onorifico per il principe ereditario figlio di un re o di un sultano.[12] Tra i principi più noti citiamo Ali Yusuf Kenadid, figlio ed erede del sultano Yusuf Ali Kenadid del Sultanato di Hobyo.
  • Ina Boqor: stile alternativo per il titolo di principe.[12]

Ufficiali di corte[modifica | modifica wikitesto]

  • Wazir: ministro e/o agente delle tasse. Titolo utilizzato nei sultanati settentrionali di Migiurtinia e Obbia, come del resto nel sultanato meridionale degli Agiuran. Gli Wazirs erano inoltre comuni nella corte medievale del Sultanato di Mogadiscio. Quando il viaggiatore marocchino Ibn Battuta visitò Mogadiscio nel 1331, indicò che la città era governata da un sultano somalo originario della regione settentrionale di Berbera, che era circondato da una corte di wazirs, esperti legali, comandanti, eunuchi ed altri ufficiali al suo servizio.[13] Tra gli wazirs più noti includiamo il nonno materno del generale somalo Abdullahi Ahmed Irro, che fu membro del contingente aristocratico del Sultanato di Obbia nella città meridionale di Kismayo.[14]
  • Boqortiishe: viceré.[5] Titolo riservato agli ufficiali di corte governanti un territorio per conto del re. Usato soprattutto per i sultanati settentrionali di Migiurtinia e Obbia.
  • Wakiil-Boqor: titolo alternativo per viceré.[15]
  • Na'ib/Naïb: rappresentante del sultano. Tra i suoi incarichi si ricordano la gestione dei tributi locali. Il titolo venne utilizzato nei sultanati degli Agiuran, Migiurtinia e Obbia.[16]
  • Qadi: utilizzato per i giudici capi. Titolo comune soprattutto nella Somalia settentrionale, ma usato anche nel sultanato meridionale degli Agiuran. Tra i Qadis di maggior rilievo ricordiamo Abd al Aziz al-Amawi, influente diplomatico del XIX secolo, anche storico, poeta, giurista e studioso che venne nominato Qadi del Sultanato Kilwa all'età di 18 anni dal sultano di Oman e Muscat, Said bin Sultan, ed il padre dello sceicco Abdurahman Sheikh Nuur, inventore della scrittura Borama per la lingua somala.[17]

Titoli femminili[modifica | modifica wikitesto]

Consorti[modifica | modifica wikitesto]

  • Boqorad: letteralmente "regina". Titolo riservato alle regine consorti dei re (Boqor).[18]

Famiglia reale[modifica | modifica wikitesto]

  • Amirad: Principessa. Titolo onorifico per la figlia di un re o sultano.[12]
  • Ina Boqor: titolo alternativo per principessa.[12]

Capi religiosi[modifica | modifica wikitesto]

I capi islamici della società somala spesso avevano dei ranghi nobiliari propri. Quelli che seguono furono i più utilizzati dal clero musulmano (ulama):

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Martin Orwin, Aspects of Somali phonology, University of London, 1990, p. 55.
  2. ^ Template:Harvcoltxt
  3. ^ a b c d e Template:Harvcoltxt
  4. ^ H. J. M. Claessen, Early State Dynamics, Volume 2 of Studies in Human Society, Brill Archive, 1987, p. 121, ISBN 90-04-08101-1.
  5. ^ a b Maxamed Cabdi Maxamed, Lexique somali-français, s.n., 1987, p. 27.
  6. ^ Abdullahi A. Issa R. David Paul Zorc, Somali Textbook, Dunwoody Press, 1990, p. 551, ISBN 0-931745-48-9.
  7. ^ (EN) I. M. Lewis, A Pastoral Democracy: A Study of Pastoralism and Politics Among the Northern Somali of the Horn of Africa, LIT Verlag Münster, 1º gennaio 1961, p. 204, ISBN 978-3-8258-3084-7.
  8. ^ (EN) Diedrich Westermann, Edwin William Smith e Cyril Daryll Forde, Africa, Oxford University Press, 1º gennaio 2007, p. 230.
  9. ^ Warsangeli Sultanate - Official website, su warsangeli.org, ECOTERRA Intl.. URL consultato l'11 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 19 maggio 2018).
  10. ^ Richard Pankhurst, History of Ethiopian towns from the Middle Ages to the early nineteenth century, Steiner, 1982, p. 63, ISBN 3-515-03204-5.
  11. ^ Mohamed Haji Muktar, Historical Dictionary of Somalia, (Scarecrow Press: 2003), p.35
  12. ^ a b c d Awil Ali Hashi, Essential English-Somali Dictionary, Fiqi Press Ltd., 1993, p. 318, ISBN 0-9697685-0-8.
  13. ^ Template:Harvcoltxt
  14. ^ Abdul Ahmed III, History of Somali Military Personnel, THOAPI.
  15. ^ Awil Ali Hashi, Essential English-Somali Dictionary, Fiqi Press Ltd., 1993, p. 442, ISBN 0-9697685-0-8.
  16. ^ Francesco Antinucci, ed. Axmed Faarax Cali, Poesia orale somala: storia di una nazione, Ministero degli Affari Esteri, Dipartimento per la Cooperazione allo Sviluppo, Comitato Tecnico Linguistico per l'Universita Nazionale Somala, 1986.
  17. ^ Template:Harvcoltxt
  18. ^ Iwona Kraska, From verb to clitic and nominal suffix: The Somali -e,-o nouns, in Studies in the Linguistic Sciences, vol. 22, University of Illinois at Urbana-Champaign. Dept. of Linguistics, 1992, p. 97. URL consultato il 20 agosto 2013.
  19. ^ a b c IFLA Committee on Cataloguing, IFLA International Office for UBC., IFLA International Programme for UBC., IFLA UBCIM Programme, International cataloguing: quarterly bulletin of the IFLA Committee on Cataloguing, Volume 11, The Committee, 1987, p. 24.
  20. ^ Scholars Biographies - 15th Century - Shaykh Muhammad ibn 'Abdullaah as-Sumaalee, su fatwa-online.com, Fatwa-Online. URL consultato il 26 agosto 2012 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2012).
  21. ^ Ho, Engseng, Graves of Tarim, (University of California Press: 2006), Berkeley. p.149
  22. ^ Siegbert Uhlig, Encyclopaedia Aethiopica: He-N, Volume 3, Otto Harrassowitz Verlag, 2007, p. 1045, ISBN 3-447-05607-X.
  23. ^ a b Template:Harvcoltxt
  24. ^ Template:Harvcoltxt
  25. ^ Template:Harvcoltxt

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]