Chryssa

Chryssa Vardea-Mavromichali (in greco Χρυσά Βαρδέα-Μαυρομιχάλη?; Atene, 31 dicembre 1933 – Atene, 23 dicembre 2013) è stata una scultrice greca, pioniera nell'utilizzo della luce al neon nell'arte contemporanea[1].
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nata ad Atene nel 1933, Chryssa proveniva da una famiglia greca di origini nobiliari, legata alla figura di Petrobey Mavromichalis, eroe della guerra d'indipendenza greca[2]. Studiò presso l’Accademia di belle arti di Atene e successivamente si trasferì a Parigi, dove frequentò l'Accademia della Grande Chaumière[3].
Nel 1954 si trasferì negli Stati Uniti, proseguendo gli studi alla California School of Fine Arts di San Francisco (oggi San Francisco Art Institute)[1]. Un anno dopo, nel 1955, si stabilì a New York, entrando in contatto con la scena artistica d'avanguardia e stringendo relazioni con artisti come Jasper Johns e Robert Rauschenberg[4].
Negli anni '60, Chryssa raggiunse una notevole visibilità internazionale con esposizioni al Solomon R. Guggenheim Museum e al Museum of Modern Art di New York[5]. Dopo un lungo soggiorno a New York, rientrò progressivamente ad Atene negli anni 2000, dove visse fino alla sua morte nel 2013[6].
Stile
[modifica | modifica wikitesto]Chryssa fu tra le prime artiste a utilizzare il neon come mezzo espressivo autonomo, sviluppando un'estetica influenzata dalla pubblicità urbana e dall'ambiente visivo di Times Square[7]. Le sue opere fondono elementi della pop art, del minimalismo e dell'arte concettuale, con una particolare attenzione al linguaggio, alla tipografia e ai simboli della comunicazione di massa[8].
Tra i materiali utilizzati da Chryssa vi sono acciaio, alluminio, plexiglass, gesso, legno e tubi al neon, impiegati per costruire strutture tridimensionali che evocano segnali, lettere e forme architettoniche[5]. L'opera The Gates to Times Square (1966) rappresenta un esempio paradigmatico del suo stile, un'installazione monumentale composta da elementi di luce, lettere e simboli ispirati all'ambiente urbano newyorkese[4].
Eredità
[modifica | modifica wikitesto]Il contributo di Chryssa all'arte contemporanea è stato rivalutato negli ultimi decenni, dopo un periodo di marginalizzazione rispetto alla narrazione storica dominante centrata su artisti uomini[6]. La sua opera ha anticipato pratiche artistiche successive che impiegano la luce, il linguaggio e la segnaletica come strumenti visivi e concettuali.
Le sue opere sono conservate in numerose collezioni pubbliche, tra cui il Museum of Modern Art (MoMA), che ospita pezzi come Five Variations on the Ampersand (1966)[9], e in istituzioni come il Whitney Museum of American Art e il Solomon R. Guggenheim Museum[5].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN) Chryssa – MoMA, su moma.org.
- ^ Vardea Mavromichali, Chryssa – Treccani, su treccani.it.
- ^ (EN) Chryssa – Mihalarias Art, su mihalarias.gr.
- ^ a b (EN) Chryssa – Blue Velvet Projects, su bluevelvetprojects.com.
- ^ a b c (EN) Chryssa – Artsy, su artsy.net.
- ^ a b (EN) Chryssa & Romanos – EMST, su emst.gr.
- ^ (EN) Chryssa Vardea – Tate Modern, su tate.org.uk.
- ^ Chryssa – Kooness, su kooness.com.
- ^ (EN) Five Variations on the Ampersand – MoMA Collection, su moma.org.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Chryssa, Vardea Mavromichali, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 95816782 · ISNI (EN) 0000 0000 7858 8335 · Europeana agent/base/18929 · ULAN (EN) 500022002 · LCCN (EN) n83163954 · GND (DE) 118676156 · BNE (ES) XX5349230 (data) |
---|