Netjerduai

Netjerduai ("Dio mattutino"; anche Seba-dja, "Astro transitante" e Seba-dja-Benu, "Astro transitante di Benu")[2][3] è una divinità egizia appartenente alla religione dell'antico Egitto. Nella mitologia e nell'astronomia egizie, Netjerduai personificava, già a partire dall'Antico Regno, il pianeta Venere[4][5].
Antico Regno
[modifica | modifica wikitesto]Nell'Antico Regno Netjerduai era percepito come un compagno del faraone defunto, incaricato di fare strada allo spirito di quest'ultimo attraverso il cielo; era infatti credenza dell'epoca che il re morto ascendesse al cielo congiungendosi agli astri. Inoltre, Netjerduai simboleggiava lo stesso faraone "a nome di Anubi - soprintendente della sala divina - che tramonta come l'astro del mattino"[6]. Netjerduai ebbe anche l'epiteto più tardo di "Circondato dai campi-Aaru" (la residenza delle anime dei giusti)[7]. Il faraone defunto era assimilato al bagliore dello stesso "astro mattutino" Netjerduai, di cui condivideva, in tale epoca, la manifestazione sotto forma di un falco divino - di Uadjadj "che nasce dal cielo" e di Horduati ("Horus del mattino"), una forma di Horus[8]:
Riassumendo, Netjerduai, divinità del pianeta Venere, poteva simboleggiare il faraone nei connotati di Anubi ma anche essere espresso sia come falco (Uadjadj) che, specificamente, come uno degli innumerevoli aspetti Horus (Horduati); inoltre, il faraone defunto era comparato alla luce emanata da questo dio-astro[7].
Iconografia
[modifica | modifica wikitesto]Le uniche rappresentazioni finora note del dio Netjerduai risalgono all'epoca greco-romana. È rappresentato come un uccello con sei zampe, quattro ali e becco a forma di serpente: la medesima iconografia del dio Sebeg del pianeta Mercurio, il che sembra suggerire un'ipotetica fusione dei due nell'entità di Netjerduai-Sebeg. Inoltre, Netjerduai è attestato nella forma di uomo dalla testa di falco sormontata da un disco solare, in piedi su una barca[7].


Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) CultureLab: Decoding the ancient Egyptians' stone sky map, su newscientist.com. URL consultato l'11 maggio 2017.
- ^ (DE) Friedrich Graf, Der ägyptische Glaube Band III Ägyptische Amulette, Perlen, Mythologie und das alltägliche Leben, BoD – Books on Demand, 1º gennaio 2012, ISBN 978-3-8482-0393-2. URL consultato il 12 maggio 2017.
- ^ Christian Leitz, Lexikon der ägyptischen Götter und Götterbezeichnungen, collana Orientalia Lovaniensia analecta, 115, vol. 6, Lovanio, Peeters, 2002, p. 241, ISBN 90-429-1151-4.
- ^ (EN) Margaret Bunson, Encyclopedia of Ancient Egypt, Infobase Publishing, 14 maggio 2014, ISBN 978-1-4381-0997-8. URL consultato il 12 maggio 2017.
- ^ Alexandra von Lieven, Grundriss des Laufes der Sterne – Das sogenannte Nutbuch, Copenhagen, The Carsten Niebuhr Institute of Ancient Eastern Studies, 2007, ISBN 978-87-635-0406-5.
- ^ (EN) The Pyramid Texts Translation by Samuel A. B. Mercer [1952], THE PYRAMID TEXTS: 27. TEXTS OF MISCELLANEOUS CONTENTS. Utterances 536, 1295a, su zsitchinindex.wordpress.com, 22 febbraio 2016. URL consultato il 26 agosto 2020.
- ^ a b c Christian Leitz, Lexikon der ägyptischen Götter und Götterbezeichnungen, collana Orientalia Lovaniensia analecta, 113, vol. 4, Lovanio, Peeters, 2002, pp. 445-446, ISBN 90-429-1149-2.
- ^ Testi delle piramidi, 362b, su www3.lib.uchicago.edu. URL consultato il 12 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 15 dicembre 2015).
- ^ Serpente a due teste guardiano dell'aldilà.
- ^ Termine indicante la vittoria sulla morte.