Vai al contenuto

Sisara

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Jacopo Vignali, Giaele e Sisara

Sisara o Sisera era un condottiero dell'esercito di Iabin, re cananeo di Cazor. Menzionato nella Bibbia, fu battuto da Barac e Debora.

La figura di Sisara nella Bibbia

[modifica | modifica wikitesto]

La vicenda di Sisara è descritta nel quarto capitolo del Libro dei Giudici.

Iabin, sovrano dei Cananei, opprimeva i figli d'Israele da vent'anni. La profetessa Debora fece appello a Barac per attaccare Sisara, giovane generale del re nemico, che disponendo di un temibile esercito con 900 carri da guerra e controllando il territorio del Carmelo fino al lago di Galilea minacciava quindi di isolare le tribù del Nord dal resto d'Israele. Sotto l'impulso di Debora esse si schierarono insieme di fronte al pericolo.

Lo scontro avvenne ai piedi del monte Tabor, dal quale discese l'esercito guidato da Barac. L'armata di Sisara, sorpresa da una improvvisa e fitta pioggia che rese impraticabile il transito dei carri, fu decimata dalla fanteria nemica presso il torrente Qishon e il condottiero fuggì a piedi, da solo, correndo con tutte le proprie energie fino a raggiungere la tenda di Eber, un Kenita che abitava non lontano da Kades e che egli riteneva fedele al suo re. Fu accolto da Giaele, la moglie di Eber, e si lasciò convincere da lei a riposare nella sua tenda.

Ma mentre il giovane dormiva, Giaele, armata di un picchetto e di un martello, gli perforò la tempia. Poi la donna andò incontro a Barac rivelandogli che ormai Sisara non avrebbe più potuto nuocere agli Ebrei.

" Allora Giaele tolse un picchetto dalla tenda, prese in mano un martello e si avvicinò a Sisara senza far rumore. Gli conficcò nella tempia il picchetto, ma così forte che rimase piantato anche in terra. Sisara passò dal sonno alla morte ". – Gdc 4:18-21.

Segue il cosiddetto "cantico di Debora" (non è chiaro però se sia la profetessa a intonarlo), che celebra la sconfitta di Sisara e la sua uccisione per mano di Giaele: secondo questo testo Sisara sarebbe stato colpito mentre era sveglio e in piedi (" cadde lungo disteso "). Nella seconda parte del brano viene data voce alle angosce della madre di Sisara, che nella sua casa aspetta invano il ritorno del giovane, essendo ancora all'oscuro di quanto accaduto: da qui si evince che i due vivevano insieme. La voce recitante, che in precedenza aveva esaltato l'azione di Giaele (" Sia benedetta fra le donne Giaele! ") nonostante ciò costituisse un crimine contro le regole dell'ospitalità, non sembra rimanere indifferente all'immagine delle premure che il nemico aveva per la genitrice, presumibilmente vedova; un tratto di bontà che senza dubbio contribuisce a differenziare Sisara da tutti gli altri oppressori d'Israele nella Bibbia, personaggi generalmente descritti a tinte fosche oppure non caratterizzati affatto (il racconto della drammatica fuga di Sisara dopo la sconfitta può peraltro far pensare che egli sia soprattutto pervaso dal terrore di premorire alla persona che l'ha messo al mondo). L'anziana viene così risparmiata dall'ironia, che invece si riversa su una vicina di essa - probabilmente una delle figlie di re Iabin - sbeffeggiata per la saggezza che le veniva a torto attribuita: la donna in questione, anonima come la madre di Sisara, le si rivolge infatti dicendosi certa che le ragazze ebree sono state fatte prigioniere, con conseguente bottino delle loro vesti. Da ultimo viene comunque sentenziato che la morte di Sisara appare giusta, in quanto egli non era un adoratore dell'unico vero Dio (" Così periscano tutti i tuoi nemici, Signore! Ma coloro che ti amano siano come il sole quando sorge in tutto il suo splendore ").

Secondo il Libro di Samuele l'oppressione di cui erano vittime gli Ebrei in quel periodo era il castigo della loro infedeltà. Il Salmista implora il Signore di trattare i nemici d'Israele come aveva fatto con Sisara “ al torrente di Qishon ”.

Nel Vangelo di Luca, le parole con cui Elisabetta accoglie la cugina Maria (" Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! ") riecheggiano chiaramente l'elogio che Giaele riceve nel Cantico per il suo gesto.

Una nuova ipotesi sulle origini di Sisara

[modifica | modifica wikitesto]

A lungo si è pensato che Sisara fosse cananeo come il suo re Iabin; il primo ad andare in controtendenza è stato l'archeologo israeliano Adam Zertal, per il quale il giovane sarebbe stato un mercenario Shardana (dapprima al servizio degli egizi e solo in seguito dei cananei), sulla base degli insediamenti rinvenuti nel sito di El-Ahwat, identificato come l'antica località Aroset Goim, nella quale Sisara abitava con la madre; sempre secondo lo studioso, il nome stesso "Sisara" sarebbe da collegare a una radice shardana, escludendo quindi le lingue semitiche e camitiche. Zertal ha inoltre citato antichi reperti nuragici a Creta, menzionanti un personaggio chiamato Saisara.

Alcuni archeologi italiani si sono detti possibilisti su tale ipotesi, che ruota intorno anche a quello che Zertal ha ritenuto essere il sepolcro del condottiero. [1] [2] [3] Il 12 ottobre 2023 si è svolto a Cagliari un convegno internazionale sulla figura di Sisara, al quale hanno partecipato anche l'ex ambasciatore israeliano in Italia Dror Ehidar e Shay Bar, allievo di Zertal.

Sisara nella cultura moderna

[modifica | modifica wikitesto]
Gregorio Lazzarini, Giaele uccide Sisara

È soprattutto nei secoli XVI e XVII che l'episodio dell'assassinio di Sisara conosce una grande fortuna in campo pittorico. Si dà qui di seguito un elenco dei dipinti più noti incentrati sul tema:

Nessun artista si basa sul cantico di Debora: nelle varie opere infatti Sisara si trova coricato sul giaciglio sempre, in qualche caso già ucciso. In Morte di Sisara invece, dipinto di un esecutore ignoto, Giaele uccide il dormiente Sisara con l'aiuto di tre uomini, dopo averlo legato con una corda: questa rappresentazione non segue dunque nessuna delle due versioni presenti nel Libro dei Giudici. [4]

Generalmente Sisara è raffigurato con la barba. Nel dipinto della Gentileschi ha un aspetto sgraziato, mentre gli altri pittori danno al condottiero bellezza e prestanza fisica, caratteristica che il Libro dei Giudici mostra chiaramente nella descrizione della sua fuga a perdifiato [5]; appare biondo e particolarmente giovane nel dipinto di Vignali, con una lanugine appena accennata sopra le labbra e lungo il collo riverso. Gli artisti che ingentiliscono il volto di Sisara probabilmente colgono l'essenza intima del nemico di Israele quale traspare dal cantico di Debora, cioè quella di un figlio tenero e devoto - sebbene questo testo, come già detto, non sia preso in considerazione per quanto concerne la dinamica del delitto - dispiacendosi dunque in qualche modo per la sua triste sorte; a ciò si accompagna, in alcuni casi (soprattutto nel quadro di Lazzarini), un evidente senso di esecrazione per il gesto della traditrice Giaele, rappresentata con tratti di carnefice spietata. Al contrario la Gentileschi vede nell'uccisione di Sisara un esempio di superbia punita, ben suggerita dalla fisicità ripugnante, proponendo una lettura dell'episodio totalmente a favore di Giaele, donna ispirata da Dio che contribuisce a salvare il popolo ebraico dalle forze del Male; il dipinto risale al 1620 ed è dunque successivo allo stupro subìto dalla pittrice, che dopo il gravissimo oltraggio immortalò spesso nelle sue opere le grandi eroine bibliche come Giuditta, Susanna e appunto Giaele, tutte vincitrici sul maschio prevaricante e oppressore.

Rare sono invece le rappresentazioni artistiche di Sisara vinto in battaglia: la più nota è quella eseguita da Luca Giordano (Disfatta di Sisera).

  • La storia di Sisara è stata musicata dal compositore bavarese Johann Simon Mayr nel 1793 e rappresentata in forma di oratorio, la cui "prima" si tenne a Venezia nella chiesa di San Lazzaro dei Mendicanti. In questa composizione, intitolata appunto Sisara, il giovane condottiero non solo ha il ruolo da protagonista, ma è anche personaggio palesemente virtuoso, di nobili sentimenti, a differenza della perfida Giaele, che per ingannarlo gli fa credere di essere innamorata di lui, passando così per adultera.
  • La medesima vicenda è servita da spunto al compositore italiano Ildebrando Pizzetti per la stesura della propria opera Debora e Jaele, rappresentata per la prima volta al Teatro alla Scala di Milano nel 1922. Qui il nemico di Israele è chiamato Sisera e il suo status è quello di re dei Cananei: come nell'oratorio di Mayr egli è caratterizzato da una nobiltà d'animo con cui spiazza più volte Jaele. La donna a un certo punto si rende conto di essere innamorata di lui e quasi rinuncia al proposito omicida. Alla fine ucciderà Sisera nel sonno, ma solo per non consegnarlo vivo in mano agli Ebrei, che sicuramente lo massacrerebbero dopo torture atroci.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN18695744 · ISNI (EN0000 0000 3511 7461 · LCCN (ENn86019967 · GND (DE1128100452 · J9U (ENHE987007499243405171